CULTURA  
domenica 5 novembre 2000, S. Zaccaria  
   
AFRICA, proverbi della saggezza

di Alessandro Dell'Aira




SHAMUANA MABENGA JONAS è autore di una raccolta ragionata di proverbi africani. La sua opera «L'Africa che canta la vita», edita di recente dall'Università Popolare di Roma, lascia memoria della cultura subsahariana nella diaspora della sua gente, per la sua gente, e nello stesso tempo si rivolge agli occidentali desiderosi di orientarsi nella complessità di un patrimonio immenso. Per Plinio il Vecchio l'Africa era un mondo che si affacciava sul Mare Nostrum, sfumava verso l'ignoto ed apportava continuamente novità. Per noi oggi l'Africa non è più una terra lontana e sfuggente, eppure non sempre ci è facile comprenderla nella sua interezza.

Jonas lascia da parte il folklore, la musica e le danze. Si rivolge al cosmo della parola e passa a setaccio un'infinità di motti dopo averne analizzato le forme, le strutture, le funzioni. Possiamo anche non essere d'accordo con la sua scelta di raggruppare i proverbi per «costellazioni» che ruotano intorno alla cultura della vita, o alle fasi della vita stessa (il capitolo sull'età adulta fa la parte del leone). Potremmo sempre rimescolare le pagine e privilegiare le attività dell'uomo, le strutture sociali, le virtù, i difetti, la vita pubblica e privata. Questo esercizio ci porterebbe più rapidamente al traguardo (o al miraggio) di una saggezza nuova. Inseguendo la nostra debolezza, scopriremmo che «Il clamore non vince sul tam-tam» (Camerun), che «Il grano di mais ha sempre torto di fronte alla gallina» (Bénin) o che «Le uova non si battono contro le pietre» (Gabon). Ci imbatteremmo in visioni conflittuali sul matrimonio: nel Congo-Kinshasa«è un cesto sulla testa che il saggio regge fino in fondo e lo stupido molla», mentre in Uganda «non è schiavitù, se non funziona si può rompere». Apprenderemmo che il nostro ballo di sorci quando il gatto dorme ha il suo doppio nel Senegal, dove «Se il gatto è assente i topi tirano fuori il tam-tam». Apprezzeremmo un'immagine specchio del ciclo spietato dell'esistenza: «Morto il leone, i leopardi festeggiano» (Kenya). Troveremmo qualcosa di simile al nostro «Occhio per occhio, dente per dente»: «Ricorda che hai denti anche tu, se qualcuno ti morde» (Senegal), con una variante alimentare che non si nutre di vendetta: «I denti che sorridono alla carne sono quelli che la mangiano» (Camerun).

Fermiamoci qui. Pescare proverbi, alla cieca, non renderebbe giustizia a questo bel saggio sulla cultura subsahariana, molteplice e nello stesso tempo pervasa di motivi comuni. Essa consiste, ad esempio, nelle diverse forme del culto degli avi, della magia, del totemismo, nelle varianti della concezione di un Dio supremo arbitro e giudice. D'altra parte il suo connettivo è la tradizione, la sintesi degli atteggiamenti di fondo. Mabenga Jonas ci ricorda come l'uomo africano stia al centro di questa «confezione tessile» della cultura, con la vita quotidiana della persona che si divide tra fortuna e progenitura e non prospera al di fuori di una complessa rete di relazioni.




S. Mabenga Jonas,
L'Africa che canta la vita. La cultura africana della vita alla luce dei suoi proverbi.
Roma, Edizioni dell'Università Popolare, 2000. Pagine 372, lire 30.000.