CULTURA  
giovedì 12 aprile 2001, S. Zenone
   
Il diritto (negato) all'educazione di base nell'era tecnologica
Superare l'analfabetismo: le indicazioni del rapporto mondiale dell'Unesco ed i contributi italiani

di Alessandro Dell'Aira


   
  Sono tuttora 800 milioni gli adulti analfabeti e 100 milioni i bambini al mondo che non hanno diritto all'istruzione
Ne parla il rapporto Unesco
 
 


Ha avuto luogo a Roma lo scorso venerdì, al Ministero della Pubblica Istruzione, la presentazione del Rapporto mondiale sull'educazione, nella sua edizione 2000, la quinta. Il rapporto è pubblicato ogni due anni in francese e in inglese dall'Unesco, Organizzazione internazionale per l'educazione, la scienza e la cultura. Questa volta, e per la prima volta, è stato tradotto in italiano. Non esistono traduzioni in altre lingue. Il titolo è: «Il diritto all'educazione. La formazione per tutti lungo il corso della vita». Alla riunione romana, presieduta da Gianni Puglisi, segretario generale della Commissione Italiana per l'Unesco e neorettore dell'università Iulm di Milano e Feltre, è intervenuto anche il ministro Tullio De Mauro.
Il rapporto Unesco 2000 sull'educazione planetaria intende contribuire alla comprensione internazionale della natura e degli scopi del diritto all'educazione, secondo la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, e presenta un bilancio aggiornato dei progressi realizzati sulla strada dell'educazione per tutti, seguendo le indicazioni dell'ultimo Forum mondiale dell'Educazione. Il primo dei suoi quattro capitoli è dedicato al diritto all'educazione e agli impegni della comunità internazionale per realizzarlo. Gli altri tre si occupano dell'espansione mondiale dell'educazione negli ultimi cinquant'anni. Altrettante appendici forniscono, rispettivamente, i percorsi di stesura dell'articolo 26 della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, i dati statistici, gli indicatori mondiali sull'educazione e una vasta bibliografia.

800 milioni di analfabeti ---------------------------

Koïchiro Matsuura, Direttore generale dell'Unesco, sottolinea nell'introduzione al Rapporto che malgrado i progressi compiuti dal 1948, anno della Dichiarazione dei diritti dell'uomo, esistono oggi nel mondo più di 800 milioni di adulti analfabeti e 100 milioni di bambini che non frequentano la scuola primaria. Matsuura cita il Forum di Dakar sull'Educazione nel mondo, dell'aprile 2000, come occasione da non perdere per l'intensificazione degli sforzi e l'accelerazione dell'azione educativa universale. Lo stesso concetto, nell'introduzione italiana, è ripreso da Tullio De Mauro, il quale osserva come la corsa all'alfabetizzazione strumentale si sia trasformata, nel corso degli anni, in una richiesta di alfabetizzazione culturale e di educazione di base, e non solo nei paesi a sviluppo intenso. Proprio come in un verso famoso di Gianni Rodari: una scuola grande quanto il mondo. Gianni Puglisi, a sua volta, sottolinea l'importanza della traduzione italiana del Rapporto 2000, come strumento per gli addetti ai lavori e come «finestra aperta sull'universo del diritto all'educazione in un mondo che cambia».
L'Italia contribuisce annualmente al bilancio Unesco per l'otto per cento del totale, e si colloca al quarto posto tra i paesi contribuenti, dopo il Giappone (25 per cento), gli Usa e la Francia. Il nostro paese è addirittura al primo posto, se si considerano i suoi contributi non formali, con un apporto annuo calcolato in 19 milioni di dollari Usa (trentasei miliardi circa).

Biblioteche nel deserto ---------------------------

Una delle iniziative italiane più interessanti, legate all'istruzione ma anche al recupero della memoria storica, è il progetto al quale partecipa un consorzio di università, per una rete di biblioteche per bambini nel cuore del Sahara, «Biblioteche nel deserto». Si tratta del restauro di testi d'epoca databili tra il 1300 e il 1800, con trattati di archeologia, matematica e storia coranica, utilizzati un tempo dai bambini arabi. Al progetto partecipano la Statale e la Cattolica di Milano, l'Istituto Orientale di Napoli, le università di Padova, Torino, Trieste Siena e l'istituto universitario di Architettura di Venezia.
Al di là di queste azioni straordinarie e di emergenza, peraltro necessarie e urgenti, l'informazione ordinaria Unesco consente di valutare lo stato dell'educazione su scala mondiale. I suoi rapporti, come strumenti di lavoro quotidiano, sono utili anche nelle realtà locali, come punto di riferimento e parametro di valutazione autonoma dell'efficacia degli interventi di innovazione e riforma del sistema, e quindi in grado di dare maggiore concretezza al coordinamento degli interventi.