Cerca
  il titolo
 

 

 Cerca la
 località
 

 

 Scegli
 il segno
 

 

 Messaggio  
 PIAZZA AFFARI  METEO  OROSCOPO
 SMS
martedì 1º
agosto 2001
 
 


 Commenti
 Primo piano
     
   CRONACHE
   Trento
   Lavis Rotaliana
   Rovereto  Vallagarina
   Riva Arco
   Pergine
   Valsugana  Primiero
   Val di Fiemme
 Val di Fassa
   Val Giudicarie
 Val Rendena
   Val di Non
 Val di Sole
     
   SPORT
     
   SOCIETA'
   Economia
   Lettere
   Cultura
   Spettacoli
   Agenda
     
   SETTIMANALI
   Agricoltura
   Arte & mostre
   Auto & motori
   Bambini
 
& ragazzi
   Internet
   Libri & idee
   Montagna
 
& natura
   Plata ladins
   Sapori
 
& alimenti
   Scommesse
   Università
 
& ricerca
     
   I NOMI DI OGGI
     


  KwSport
     Cerca la squadra


  Katalogo

 

Cerca sulla rete
In Katalogo
Nel web
 
 CULTURA


In alto: la caricatura di Napoleone, mostro che divora tutto
Sotto: una maschera del Carnevale



Napoleone
un fantasma s'aggira
per l'Elba
Tracce. Mito alimentato da centinaia di foulard che riportano le imprese


di
Alessandro Dell'Aira

Elba. Un gran pavese di foulards inglesi, tedeschi, russi, e i mille feticci del comandante Gabriele D'Annunzio, che dai tempi del collegio Cicognini accumulava cimeli imperiali, finiti poi a Salò. Il soggetto è uno solo: lui, "N.", lo sconfitto e il trionfatore, nella polvere e sugli allori, nemico dei gigli e amico delle api. Il mostro sanguinario, ridottosi a governare un fazzoletto di terra assediata dal mare. Queste due mostre estive su Bonaparte convogliano i turisti come mosche sulla mostarda, al fresco, nella penombra delle due residenze. Il mito di N. nei foulards occupa parte dei due piani della costruzione al centro della selletta tra i due forti medicei di Portoferraio, con il belvedere che guarda a Piombino. E' la sobria Palazzina dei Mulini. La seconda esposizione è quasi dispersa negli spazi un po' lugubri della galleria neoclassica di Anatolio Demidoff, marito di una cugina di N., che fa da podio postumo alla casa di San Martino. Quest'ultima è una specie di farfalla di intonaco e tegole posata su un'altura lungo la via di Marciana. Un regalo di Paolina all'augusto fratello. Uscendo sul terrazzo, finalmente, scompare alla vista la galleria di Anatolio (principesca pacchianata, un pezzo della peggiore Parigi neoclassica trapiantato all'Elba) e all'orizzonte si distingue un'idea di Portoferraio e della Palazzina che fu di N. All'erta, sempre.

I suoi pensieri? Un ronzio --------------------------
Ha scritto Ernesto Ferrero nel suo romanzo "N.", Premio Strega 2000, che a volte il ronzio del pensiero di Sua Maestà si avvertiva distintamente. A udirlo in azione come un'arnia, e a lasciarne traccia nel suo diario, è il fantomatico Martino Acquabona, infido bibliotecario, che nel romanzo di Ferrero prende in consegna i libri di Bonaparte, appena giunti da Fontainebleu, e si insedia ai Mulini per mettere ordine dove non dovrebbe.
I foulards provengono da musei francesi e da importanti collezioni private, come quella di Madame Jean Lesaffre. Sono fazzoletti da collo, di seta o di cotone, prodotti tra il 1813 e il 1988. Dunque il più antico fu stampato prima che N. mettesse piede qui, e ora è esposto qui, ai Mulini, in questa che fu casa sua. La ritirata della Grande Armata, la partita alle carte in un'isba qualsiasi, la traversata della Beresina. Tanti nemici, molti punti di vista: sarcastici gli inglesi, spietati i tedeschi, distaccati i russi. Nel frattempo N., in esilio, serafico, partecipa alla mattanza dei migliori tonni del Tirreno, amministra l'isola come il viceré di se stesso, porta sempre in tasca un marengo da elargire a chi riesce a resistergli, o si degna di sopportarlo.
Come quel contadino al quale un giorno N. strappò di mano l'aratro, non sapendo che fare di meglio. Il risultato sta in una lapide murata su una casa di Lacona: "Napoleone il grande, quivi passato nel 1814, tolto nel campo adiacente l'aratro a un contadino, provossi egli stesso ad arare, ma i bovi, ribelli a quelle mani che pur seppero infrenare l'Europa, precipitosamente fuggirono nel bosco".
Ma il Vittorio Grabaglia di Rio Marina, compagno di studi di D'Annunzio al Cicognini di Prato, era poi così certo che quella tabacchiera di noce di cocco intarsiata, acquistata per conto di Gabriele, fosse appartenuta a N.? Chissà. Il Vate del Vittoriale non ne dubitò mai, né c'è chi l'abbia negato, o potrà più negarlo, dato il mortal sospiro a Sant'Elena. D'altra parte, la storia del famoso coltello di N., di cui una volta si rifece il manico, perché marcio, un'altra volta la lama, perché sbeccata, sembra quella del mobilio delle due residenze elbane: tutto rigorosamente d'epoca, in tema, e di altra provenienza, salvo eccezioni.
Non importa. E' la storia di quasi tutte le case museo degli artisti o dei grandi personaggi in trasferta che hanno dormito da qualche parte.

Ideò la bandiera dell'isola ---------------------------
Ciò che conta è l'atmosfera. La sedia rocciosa di N. che contempla la Corsica, la fonte diuretica di N., con la stessa acqua, pensate, che vi servono in pizzeria, lo scoglio di Paolina senza veli, i busti kitsch di suo fratello col bicorno, la bandiera dell'Elba ideata da N. (bianca, con una banda rossa trasversale e tre api d'oro nella banda), le feste di carnevale con i bambini travestiti da N., piccoli come sono e mirabilmente ritratti da Kurt Mergenthal, un bavarese innamorato dell'Elba, che da trent'anni, con la moglie Elga e il figlio Stefan, non fa che dipingere e fotografare l'isola, la sua gente e le sue miniere. Kurt ha messo radici a Capoliveri, la cittadina ribelle che non volle pagare le tasse a Bonaparte, gli dichiarò guerra e rischiò grosso finché non lo ammansì, così dice la leggenda, con le grazie della più bella, Avantina. E Waterloo? Lontana cento giorni, più quello che resta ancora da bighellonare tra i Mulini e S. Martino. Quella di Nelson, sarà vera gloria? Chi vivrà, vedrà.

 
 
Vivoscuola
 
HOME
Tin