Cerca
  il titolo
 

 

 Cerca la
 località
 

 

 Scegli
 il segno
 

 

 Messaggio  
 PIAZZA AFFARI  METEO  OROSCOPO
 SMS
Martedì 26 marzo 2002  
 


 Commenti
 Primo piano
     
   CRONACHE
   Trento
   Lavis Rotaliana
   Rovereto  Vallagarina
   Riva Arco
   Pergine
   Valsugana  Primiero
   Val di Fiemme
 Val di Fassa
   Val Giudicarie
 Val Rendena
   Val di Non
 Val di Sole
     
   SPORT
     
   SOCIETA'
   Economia
   Lettere
   Cultura
   Spettacoli
   Agenda
     
   SETTIMANALI
   Agricoltura
   Arte & mostre
   Auto & motori
   Bambini
 
& ragazzi
   Internet
   Libri & idee
   Montagna
 
& natura
   Plata ladins
   Sapori
 
& alimenti
   Scommesse
   Università
 
& ricerca
     
   I NOMI DI OGGI
     


  KwSport
     Cerca la squadra


  Katalogo

 

Cerca sulla rete
In Katalogo
Nel web
 
 CULTURA



LA STRADA DELL'AVVENIRE
L'aiuto ai quechua in Perù: una scuola e un collegamento col mondo
STORIE DI VOLONTARI

di Alessandro Dell'Aira



 


Sopra: un'immagine della protagonista del libro Vittoria Savio con la piccola Catalina

A sinistra: una delle foto pubblicate del bolzanino Franco Tutino




DICONO IN PERÙ che tutte le strade portano a Lima. E' un detto di altri tempi, che ci suona familiare perché così si diceva di Roma quando l'Italia aveva un sistema viario essenziale. Quando sono troppe, le strade si aggrovigliano e le smarriamo. Più ne smarriamo e più ce ne servono. Non è solo metafora. Un esempio: più strade ci sono, più cresce la domanda di auto fuoristrada.
Questa storia è narrata nel libro dell'antropologa Gisella Evangelisti «Una vita firmata», presentato a Trento qualche giorno fa dall'autrice alla libreria di «Samuele» a Villa Sant'Ignazio. E' la storia di una donna di Torino, Vittoria Savio, insegnante di matematica e sindacalista non più giovane, trasferitasi tra i quechua del Perù per i troppi dolori che la vita può arrecare al corpo e all'anima. Vittoria è arrivata in Perù diciassette anni fa. Ha ritrovato la sua ragione di vita in una delle 4500 comunità contadine del Perù, più isolata delle altre per carenza di strade. Se ai tempi degli Incas la mancanza di strade e di collegamenti agevoli era compensata dalle tradizioni fondate sulla reciprocità e la solidarietà, l'isolamento oggi condanna i contadini all'emarginazione.
Vittoria arriva ad Ayaviri da volontaria della cooperazione internazionale, su un trenino giallo e rosso. La prima cosa importante che impara a Supaypampa, dove giunge dopo dieci ore di cammino, è che si può fare il fuoco con lo sterco di vacca. Quando si piomba così in un posto senza strade e ci si ferma a dormire, il minimo che può succedere è che la gente ti ignori. Al sesto fiammifero sprecato, con le dita gelate dal freddo, Vittoria si accorge che due occhi la stanno guardando. Presto quegli occhi diventano dieci. Cos'è venuta a fare una "gringa" in quel posto senza strade?
I primi due occhi sono quelli della piccola Catalina, che dopo aver insegnato alla gringa a sopravvivere diventa sua allieva. A Supaypampa la scuola c'è dove farla, ma otto bambini su dieci non ci vanno. Ben presto Vittoria rimpiazza il maestro. Difende i contadini dalle angherie di un proprietario terriero e da chi lo sostiene. Convoglia i fondi della cooperazione verso un progetto di strada, rispolverando le sue competenze di matematica. Ha l'incarico di amministrare poche decine di milioni di lire di un progetto italiano. Monta una capanna di quaranta metri quadrati e la chiama "El Porvenir", l'Avvenire. Per agganciarsi alla camionabile ha cinquantacinque chilometri di strada da costruire. Aiutata da Catalina, bada al cantiere e ai rifornimenti. Ma i fondi della cooperazione, bruciati dall'inflazione, finiscono quando mancano quattro chilometri alla camionabile. La storia non dice quanti soldi mancassero, ma pensiamo che fossero meno di quanto non valga un nostro fuoristrada usato, mai uscito di città, pronto a passare di mano per la quarta volta a causa della linea obsoleta della carrozzeria. Ed ecco la frase chiave del libro di Gisella Evangelisti: "Ogni vita, anche semplice, qualunque sia il lavoro svolto, in qualunque parte del mondo, sempreché dignitoso, può diventare un'opera d'arte. Allora perché accontentarsi di comprare maglioni firmati, se si può avere una vita firmata?"
La storia di Vittoria e Catalina è iniziata nel Perù del presidente Alberto Kenyo Fujimori, affermatosi alle elezioni del 1990 sul romanziere Juan Vargas Llosa. Fujimori, detto El Chino per le sue origini orientali, nel 1992 scioglie le camere e si autoproclama presidente. Dopo una ribellione dei senderisti fa marcia indietro e indice le elezioni, si allea con la nuova maggioranza e ottiene 44 seggi su 80. E' eletto per la seconda volta nel 1995 e per la terza nel maggio del 2000, finché a settembre, travolto dalla sua stessa politica e dalle malefatte del suo braccio destro Montesinos, fugge in Giappone. Il suo programma economico ha portato il paese al disastro. Lima è cresciuta mostruosamente, la miseria si è moltiplicata. Ai semafori gli ambulanti vendono palline di gomma; i bambini di strada sognano i panini di McDonald, e soprattutto di non essere cacciati fuori prima di pagarli. "I poveri devono autoliberarsi", ha detto El Chino prima di scappare con la cassa. Ora il presidente è Toledo, un indio andino di famiglia poverissima che ha studiato negli Usa ed è diventato economista.
Coraggio, Vittoria e Catalina. Ancora due chilometri e la vostra strada raggiungerà la camionabile. Manca poco al "destino", in spagnolo destinazione. Forse per questo, per esorcizzare l'avvenire con l'ottimismo della volontà, Vittoria Savio ha chiamato "Porvenir" il suo cantiere. La sua opera d'arte, quando sarà pronta? E se fare una strada si può, nelle condizioni in cui lei e Catalina l'hanno progettata e voluta, chissà che presto non possa cambiare anche il Perù.

GISELLA EVANGELISTI
Una vita firmata
ED. Del Noce, 2002, 12,91 euro
Gisella Evangelisti lavora dal 1985 in America Latina come consulente dell'Unicef ed è esperta di cooperazione internazionale, con particolare attenzione per le problematiche legate alla donna e all'educazione interculturale. A Trento per presentare il suo libro «Una vita firmata», racconta la storia di Vittoria Savio, professoressa che da venti anni opera tra i quechua in Perù. Dopo la presentazione a Villa Sant'Ignazio, oggi del libro si parla anche all'Istituto regionale di ricerca sociale di Trento, in piazza Santa Maria Maggiore, alle ore 16.






 
Vivoscuola
 
HOME
Tin