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Saggi 2. Con Dapor in viaggio dal caos all'uomo
Questa vita intelligente
complessità organizzata







di Alessandro Dell'Aira



MAURIZIO DAPOR, membro della Società Italiana di Fisica, lavora al Centro per la Ricerca Scientifica e Tecnologica di Trento, è editorialista del nostro giornale. Ha pubblicato vari saggi divulgativi. L'ultimo, edito da Springer, "L'intelligenza della vita", riguarda in particolare la complessità organizzata.
I sistemi complessi organizzati che più interessano Dapor sono quelli adattativi, in grado di usare a loro vantaggio i flussi di informazioni che ricevono: gli alveari, i mercati finanziari, i cervelli umani in attività con le loro funzioni e prestazioni come la memoria, le emozioni, l'autocoscienza. Dapor analizza i rapporti tra due tipi di intelligenza: l'umana e l'artificiale. Il confine tra l'una e l'altra, come è noto, è sempre meno definito.
Che relazione c'è tra cervello, corpo e ambiente? Può esserci una mente senza corpo? Può esserci un'intelligenza senza coscienza? Quali sono i limiti della scienza dei calcolatori? Il tema è al centro di un genere al quale hanno brillantemente contribuito altri autori trentini, primo fra tutti il neurobiologo Giulio Tononi. Il libro di Dapor si distingue per linearità e scioltezza, come quando parte dal risveglio di un gruppo di amici durante una vacanza in montagna per analizzare la capacità del gruppo di organizzarsi come sistema complesso. Il caso di una boccetta stappata che diffonde molecole di profumo in un ambiente chiuso introduce il secondo principio della termodinamica, il tema delle nubi interstellari e una gradevole lezione sull'entropia, che ci ricorda come ciò che correntemente chiamiamo "disordine" misuri la nostra ignoranza sullo stato che contraddistingue un sistema. Più avanti si spiega come la replicazione del DNA, nel suo divenire semplice quanto sconvolgente, si basi sul principio che ogni molecola ha la sua forma ed è in grado di "riconoscere" la forma di altre molecole.
L'informazione biologica accumulata nel nostro DNA fornisce le istruzioni per fabbricare le proteine che ci occorrono, secondo un codice impostato su precise sequenze di produzione. Gli organismi viventi, osserva Dapor, sono un pretesto per la duplicazione del DNA, che ha i suoi archivi di informazioni. Non esistono algoritmi in grado di descrivere le informazioni genetiche che vi sono codificate.
I sentieri della mente costituiscono un altro dei punti approfonditi nel saggio. C'è una sede del cervello in cui si sviluppa l'esperienza cosciente? Molti ricercatori convengono sul fatto che l'attività della mente coincida con quella del cervello e che la coscienza sia un'attività, come si dice, emergente rispetto all'organizzazione funzionale degli elementi fisici. Ma c'è un istante misurabile in cui si può dire di aver capito, in cui avviene l'illuminazione della coscienza? Per quanto strano ci possa sembrare, è certo che l'ordine temporale psicologico da noi conferito alle sollecitazioni è più legato alla somiglianza degli stimoli che alla loro successione ordinata. Un altro dato curioso è che la nostra coscienza narrante, più che la fonte della narrazione, è il prodotto di un "pandemonio di parole" che ruotano intorno a un centro di gravità narrativa.
Lo stesso Stephen Hawking ha scritto di sentirsi a disagio quando sente parlare di coscienza poiché la ritiene ancor meno misurabile dell'intelligenza.
Agli insetti di cui più ci fidiamo - le api e le formiche - attribuiamo una qualche forma di intelligenza. Basta però ingannare un'ape o una formica su una presenza amica (le compagne cui segnalare del cibo) oppure ostile (un insetto intruso), per isolare gli automatismi di un'intelligenza priva di coscienza. In altre parole: api e formiche sanno senza sapere. Mentre una delle più grandi scoperte dell'intelligenza umana è quella di sapere di non sapere.

MAURIZIO DAPOR
L'intelligenza della vita
Dal caos all'uomo
Presentazione a cura di
Valentino Braitenberg
Springer, euro 12,00


 
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