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onostante
siano trascorsi più di
quattro secoli dalla sua
morte, a San Fratello il
culto per San Benedetto
il Moro è ancora vivo e
ben radicato.
Concittadino e patrono,
Benedetto è il più
illustre e il più grande
dei figli di questa
cittadina di cinquemila
abitanti che è più
conosciuta per la lingua
che ivi si parla
(dialetto gallo-italico),
per la Festa dei Giudei e
per i cavalli allevati
allo stato brado.
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Santo
dalla pelle nera i
suoi compaesani si
rivolgono con un
sentimento di venerazione
e di fiducia, con
lamore ed il
rispetto che gli sono
dovuti ma anche con la
compostezza degli
atteggiamenti. Lo
invocano per qualunque
bisogno pubblico e
privato, per la pioggia e
per il bel tempo, in una
grande calamità e in un
affanno privato, in una
difficoltà amorosa e
nella ricerca di un
oggetto smarrito. In
tutti i momenti di
difficoltà i
sanfratellani sanno di
potere contare su di lui
e sulla sua rassicurante
protezione.Segni della
devozione a San Benedetto
il Moro si possono
intravedere nelle diverse
realtà di San Fratello:
in tutte le famiglie
almeno un componente ne
porta il nome; in ogni
casa ed in ogni locale
pubblico è presente
almeno una statuetta
raffigurante il santo;
nelle automobili non
manca mai ladesivo
con la sua immagine; ai
defunti si suole porre in
tasca unimmaginetta
del Santo Moro per
accompagnarli nel loro
ultimo viaggio; varie
associazioni culturali
sono a lui intitolate;
diverse volte in
occasione delle elezioni
amministrative comunali
sono state presentate
liste aventi per simbolo
proprio San Benedetto;
numerosi artisti locali
hanno rappresentato le
sue fattezze in opere
pittoriche e scultoree,
scrittori e poeti ne
hanno decantato le
virtù, musicisti e
compositori gli hanno
dedicato inni.
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San
Fratello. Chiostro del
convento francescano |
La
processione di San
Benedetto |
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festa vera
e propria si celebra ogni
anno il 17 settembre in
forma tradizionale con
luminarie, fuochi
artificiali, banda
musicale e soprattutto
con la solenne
processione che si snoda
per le vie principali del
paese nel corso della
quale il clero, le
autorità ed i fedeli
(molti anche a piedi
scalzi) accompagnano la
statua di fra' Benedetto
con preghiere, canti,
inni, salmi, litanie,
invocazioni. Al termine
della festa ogni anno
viene sorteggiato, fra
quanti hanno comprato il
relativo biglietto, un
vitello che per voto
qualche cittadino ha
offerto al santo. In ciò
è evidente
lanalogia con le
offerte in natura che
ancora oggi in Galizia
vengono fatte a San
Benito de Palermo e
che sicuramente un tempo
erano presenti anche a
San Fratello. Ma tutti i
sanfratellani
ricorderanno sempre con
la mente e con il cuore
la festa che si è tenuta
nel 1989, anno in cui si
è celebrato il quarto
centenario della morte di
San Benedetto il Moro.
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quattrocento anni
Benedetto è tornato tra
la sua gente e nei luoghi
in cui aveva trascorso la
sua infanzia e la sua
giovinezza: era andato
via alletà di
circa ventanni
senza mai più
ritornarvi. Il suo corpo
incorrotto, posto
allinterno di una
grande urna di vetro, è
stato traslato da Palermo
nel suo paese
natale.Tutti i residenti,
ma anche moltissimi
emigrati tornati per
loccasione da varie
parti del mondo, erano ad
attenderlo al campo
sportivo dove è giunto
dallalto a bordo di
un elicottero. Dal 10 al
17 settembre il paese
intero è diventato come
un santuario: meta di
pellegrinaggi da diversi
comuni della Sicilia, un
continuo via vai di
fedeli, una serie
interminabile di funzioni
religiose, di marce, di
preghiere, di canti, di
invocazioni.
Lultimo giorno,
dopo la messa solenne
celebrata allaperto
nella piazza del
seicentesco convento
francescano, la
processione, effettuata
in questoccasione
con le spoglie del santo,
ha attraversato tutte le
stradine del paese quasi
che Benedetto abbia
voluto ripercorrerle
ancora una volta per fare
riaffiorare i ricordi di
una parte della sua vita
che sicuramente non ha
mai dimenticato.
Da quellanno la
devozione è continuata
con semplicità e
discrezione ma con un
fervore sicuramente
maggiore degli anni
passati.
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Alfredo Iraci, Il culto a San
Benedetto il Moro nel suo paese
natale.
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