11 gennaio 2004
La coda di paglia
virtuale


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quarantena

I naviganti del web, quando gli conviene, si tappano un occhio e diventano pirati d’alto bordo, scaricatori di pesantissimi film e file MP3, crackatori di programmi superprotetti. Se ne vantano pure, ma a volte ci cascano. Per esempio: alcuni di loro sono cascati in pieno nella trappola del file allegato a un messaggio-bufala che da mesi fa il giro del mondo e che prima di Natale si è diffuso anche tra noi. Lo scherzo atroce comincia così: Ladies and gentlemen, voi sapete che scaricare film, MP3 e software con il copyright è una pratica illegale punita dalla legge. Ebbene, vi abbiamo beccato. Sappiate che abbiamo frugato nel vostro computer e che nei prossimi giorni via posta raccomandata avrete notifica della confisca del contenuto come prova del reato che avete commesso. Nel codice di riferimento (vedi file allegato) sono elencati i furti che abbiamo individuato nel vostro disco fisso. L’indirizzo del mittente è mascherato per evitare ritorsioni. Per maggiori informazioni rivolgersi al Federal Bureau of Investigation (FBI) - Department for Illegal Internet Downloads, Room 7350 - 935 Pennsylvania Av. - Washington, DC 20535, USA - (202) 324-3000.

L’occhio tappato del pirata si stappa, la coda di paglia virtuale prende fuoco, la mano freme senza volere, il mouse si sposta da solo come il bicchiere sul tavolo a tre zampe delle sedute spiritiche di una volta. Ladies and gentlemen fanno click sull’allegato. E zac! Il verme maledetto si scatena e infetta la rubrica di posta con centinaia (spesso migliaia) di indirizzi di ulteriori ladies and gentlemen memorizzati nella rubrica e nei file allegati ai messaggi archiviati con la posta smistata. Parte una raffica di e-mail dell’FBI con dentro il Worm Sober.C, immondo verme ghiotto di tutti i Windows vicini e lontani nell’internet, antichi e recenti, professionali e domestici. Mettiamo che il due-tre per cento ogni volta ci caschi. Basta e avanza, e lo scotto che si paga non è poi eccessivo, con quello che costano royalties, connessioni, comunicazioni, accessi, recessi e così via.

In un sito web per ladies and gentlemen beccati dal FBI e infettati dal verme maledetto, il gentile soccorritore fornisce la terapia contro il virus Sober.C introdotta da una massima di Marc Bloch, Réflexions d’un historien sur les fausses nouvelles de la guerre (1921): ...Inconsciemment, les hommes expriment leurs préjugés, leurs haines, leurs craintes, toutes leurs émotions fortes (Gli uomini esprimono inconsapevolmente i propri pregiudizi, gli odi, le paure, tutte le proprie forti emozioni). Il messaggio-bufala è sapientemente costruito perché fa leva non tanto sulla cattiva coscienza o sulla paura di essere puniti per essere stati colti in fallo, quanto sulla vanagloria dell’inafferrabile navigatore-pirata e sulla sua insana curiosità di verificare se l’allegato contiene davvero l’elenco di tutto ciò che ha scaricato e crackato. E’ un po’ come la favola della volpe maliziosa che si fa beffa del corvo stonato. Conta più la certezza inconsapevole di avere una bella voce o il consapevole rischio di farsi sfuggire di bocca la preda?

Ma c’è (per sua fortuna) chi non crede né a Fedro né ad Esopo né a La Fontaine e si domanda il perché del ricorso agli animali della foresta o del cortile di casa anziché ai comuni mortali di città e di campagna, con la coda di paglia o di lustrini. Una buona amica che vive e lavora in Cile ci segnala il messaggio dello scrittore sardo Francesco Enna, esperto di fiabe degli antichi autori, di leggende annidate nelle tradizioni e di storie vere di bambini difficili: diffidiamo dei lupi che stanno in alto e degli agnelli che stanno in basso, dei buoi inossidabili e delle rane che scoppiano, dell’ultimo canto disperato e seducente del cigno, delle spine conficcate nel fianco o nella zampa, del formaggio nel becco. “Ci resta di lasciare gli animali / alla foresta e al loro cammino / e di prendere a parlare dei mali / dell'uomo e del suo destino...”.







































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