AI NOSTRI LEGGENDARI LETTORI

NIENTE DI NUOVO, in questo arsenale 0.22, eccetto che la Revista de História della Biblioteca Nazionale di Rio de Janeiro, nel numero di dicembre 2010, ha ripreso i dettagli di una leggenda che lo riguarda.

Non è che su arsenale fioriscano leggende. Leggendari siete voi, cari lettori, cybertruppe di ventura foraggiate dal direttore così come i bucellarii romani erano foraggiagti dai signorotti del luogo. Bontà vostra, attendete ogni numero, lo divorate e lo divulgate nel mondo, dal Brasile alla Sicilia. L'ultima leggenda che leggerete e divulgherete è quella di Chico Rei.

Chico Rei non è Zumbí - l'accento, o leggendari di arsenale, è un aiutino, non ci andrebbe. Chico Rei è il rovescio di Zumbi. Zumbi era il terrore dei coloni portoghesi del Brasile. Era il ribelle, l'apocalittico, il comandante del quilombo di Palmares. Invece Chico Rei era un ex schiavo integrato di Ouro Preto. Per questa ragione si è creduto a lungo che fosse un fantoccio inventato alla fine dell'Ottocento dai nostalgici antiabolizionisti. La schiavitù in Brasile fu abolita nel 1888. È bene ricordarlo spesso perché qualcuno in Sicilia si è confuso e nel 1998 ha celebrato il centenario dell'abolizione. Si disse: agli antiabolizionisti fa comodo inventare la leggenda di uno schiavo integrato. Uno schiavo che si è riscattato da sé. Volere è potere. La libertà non si conquista, si compra. Si può anche ottenere con le buone maniere.

La libertà dei popoli, parola di arsenale, un tempo si celebrava il 14 luglio con la presa della Bastiglia. Ora non più. Aggiornatevi, o leggendari. Tutto cambia. Con l'oro e le buone maniere, oggi si compra la libertà dei poli delle libertà. Questa boutade l'abbiamo inventata noi. Leggendari, correte su google e scoprirete che non è vero. Eravamo i terzi alla data del 6 gennaio 2011. Solo che noi non ci siamo scordati un 'po'. L'abbiamo omesso di proposito. Gli altri due siti se lo sono scordato, ed è un po esilarante.

Torniamo a noi, o leggendari di arsenale. Chico Rei si riprese la libertà che gli avevano rubato. Lavorò come una bestia in una miniera di Ouro Preto che a detta del suo padrone non rendeva più. Così facendo, avviò riscatti a catena: il figlio, la miniera, i compagni, il palazzo bruciato di un governatore portoghese.

Con l'oro si può tutto. E sull'unghia. Lo sa bene arsenale, che è povero in canna da zucchero. A Ouro Preto di oro all'inizio ce n'era da buttare. Poi si fece più scarso e Ouro Preto entrò in crisi. Gli schiavi costavano troppo anche per i proprietari delle miniere. E non solo: i padroni avevano alzato la cresta. Chi era schiavo e trovava una bella pepita se la teneva. Rubarla si poteva ma si rischiava. Fuggire si poteva ma era un rischio anche per il padrone, che perdeva lo schiavo e la pepita. Sicché barattare una bella pepita con la libertà, nel Settecento, a Ouro Preto era un buon affare per tutti.

arsenale lo aveva rivelato: un giorno a Chico Rei venne l'idea di dedicare una chiesa a Santa Efigênia, che gli africani del Minas Gerais chiamavano e chiamano Nossa Senhora. Si era intorno alla metà del Settecento. Chico Rei scelse il luogo più alto della città: il Morro da Cruz, la Collina della Croce. Quel Morro era l'Acropoli di Ouro Preto. Santa Efigênia come Atena Pallade. Con São Elesbão, era l'unica tra i santi neri cui poter intestare una chiesa. Di Elesbão, per adesso, non diciamo niente neppure ai leggendari. Non c'erano ordini religiosi a Ouro Preto. C'erano solo preti. Fu meglio o peggio? Ai posteri l'ardua leggenda. Chico Rei fece quello che volle. Era un un Re di Fumo come tutti i re schiavi delle congadas. Così scrisse Mário de Andrade: Chico Rei fece quello che volle. Era un Rei de Fumaça, e disse bene: Chico Rei non si integrò mai. Costruì un mondo parallelo, un anti-mondo, un mondo di fumo, nella capitale brasiliana dell'oro. Se c'è una cosa libera, apocalittica, che si lascia la cenere dietro e non si integra, quella è il fumo e nient'altro che il fumo. Mário de Andrade aveva ragione, come sempre.

arsenale non è mai stato apocalittico. Per questa ragione non si è ancora disintegrato. Nato quasi per scherzo nel secolo scorso, invecchia in pace nel secolo in corso. Ora è di fumo, come Chico Rei, ed è anche disposto a svanire. Quando? Chissà. Il millennio ha l'oro in bocca.

Non spendiamo altre parole, siamo in crisi. arsenale ringrazia la Revista de História e fornisce il testo completo dell'articolo, come ha fatto in altre occasioni, Per scarsa modestia del direttore e per il rispetto che si deve ai leggendari. L'articolo è stato pubblicato nel numero di dicembre 2010.

 
Alessandro Dell'Aira. - I lettori leggendari di Arsenale  

arsenale
Registrazione Tribunale di Trento
nº 1033 del 21.09.1999.
ISSN 1128-9139


  This site designed & mantained by Adsystms
This page and all contents are Copyright © 2000