LA PANCIA DEL NURAGHE

Un thriller dell'età
del bronzo? No,
la solita storia




 









Avete mai provato ad entrare nella pancia di un nuraghe? Noi sí, a Barumini. Un'avventura. La guida ci aveva avvisati, c'è da passare attraverso un cunicolo in fila indiana. Una simpatica signora di un quintale e mezzo è rimasta fuori, per prudenza: se per disgrazia si fosse incastrata, eravamo fritti, si doveva smontare il nuraghe. Noi siamo andati avanti in quest'ordine: prima la mamma, che è magra ma ci protegge, poi Lucia, terzo io e papà per ultimo, distratto e in ritardo come sempre.

 











 
 
 

Sembravamo formiche dirette in un castello di sabbia dalle torri smozzicate. Siamo rimasti dieci minuti nella pancia del nuraghe a guardare in cielo attraverso l'ombelico, e cioè il foro della volta. Ci aspettavamo che un gigante curioso gettasse l'occhio dentro e ci tirasse fuori con un dito. Ci sentivamo sempre più piccoli, sempre piú formiche.











 
 
 
Papà nel frattempo si rovistava le tasche: forse aveva perso qualcosa. Si è fatto prestare un accendino e si è messo anche a cercare per terra, ma era troppo buio e non si vedeva niente. La mamma gli ha chiesto: «Cos'hai perso?» «Niente, niente», ha risposto lui, ma si vedeva che era preoccupato.
 










 
 
 
 
La guida ha detto: «Signori, si esce», e a papà: «Tempo scaduto». Abbiamo rifatto il cunicolo all'indietro: la mamma avanti, Lucia dietro di lei, poi io, che ho trovato per terra le chiavi di casa nostra, quella di Trento. Le ho viste per primo, mi succede cosí anche con i funghi porcini. Le ho messe in tasca senza dire niente.
 
 

Papà non se n'è accorto e continuava a frugarsi addosso. «Cos'hai perso, papà?» gli ho chiesto. «Le chiavi di Trento, ma non dire niente alla mamma, si preoccupa per niente. Vedrai che salteranno fuori». Come no. Papà dice sempre quello che crede, ma non crede mai a quello che dice.

 


 
 




 
 
Appena fuori dal bastione la guida ci ha mostrato i resti delle case del villaggio preistorico di Barumini. Papà guardava nel vuoto e si è perso la spiegazione. E' sempre cosí, io lo conosco, fa le cose più tragiche del dovuto. Sono sicuro che stava pensando a come entrare in casa senza le chiavi, aiutato dalla mamma.
 










 
 
 
 
Tranquillo, papà. Le ritroverai un quarto d'ora prima di arrivare al casello di Trento. Te le metterò a portata di mano vicino alla leva del cambio. Sarai contento di sapere che non le hai perse nella pancia del nuraghe perché sei un pasticcione. E mi darai una bella mancia senza motivo. Di quelle da far perdere la testa.
 
 
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