Il più
grande disastro di guerra e di
mare di queste acque è quello
della corazzata Roma, ammiraglia
della flotta italiana, spezzata
in due e affondata a tradimento
dai tedeschi il 9 settembre '43
sotto il forte di Monte Altura,
mentre cercava un porto sicuro,
in trappola tra La Maddalena e la
costa sarda come una balena
arpionata. Colò a picco con
tutto l'equipaggio. Erano
milletrecentocinquantuno.
A
proposito dell'8
settembre, rispettiamo
l'impegno che abbiamo
preso con la guida, e
raccontiamo una minima e
tutto sommato felice
storia di guerra
mediterranea che ci è
venuta in mente sugli
spalti del forte. Ce
l'aveva raccontata
Ignazio "il
tenente",
commerciante di
giocattoli in vacanza, su
un traghetto partito dal
Pireo per le isole
Cicladi. Era l'estate del
'78. Anche questa storia
è del settembre '43, ma
lo scenario è diverso.
Diverso è anche
l'arcipelago. Sugli
spalti del forte di Monte
Altura si divaga. |
Folegandros
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Sul Monte
Altura, fuori Palau verso Santa
Teresa di Gallura, non si
orientano neppure i giovani
ufficiali di carriera. Il forte
dei Savoia è stato rimesso in
sesto da poco. Le guide si
aiutano con una dispensa sulla
storia del forte e dei restauri,
come studenti in attesa
dell'esame. In un giorno quasi di
pioggia potreste trovarvi in
pochi. Vi inviteranno a tornare
con lo stesso biglietto, in un
giorno di sole, per godervi il
panorama da Capo d'Orso alle
Bocche di Bonifacio. Con le
nuvole e senza gente si divaga
sullo specchio di mare tra il
forte e La Maddalena. Destini
terreni, disastri di mare e di
guerra. La vittima più illustre,
Napoleone Bonaparte, fu sconfitto
in queste acque da un illustre
maddalenino sconosciuto dal nome
buffo quanto il suo, Domenico
Millelire, che nel febbraio del
1793 ebbe l'audacia di imbarcare
due cannoni e un pezzo da 15 su
una lancia e di aggirare La
Maddalena. Approdò in un punto
deserto della costa (Palau non
c'era ancora), alle spalle di
Napoleone, e così fu possibile
bombardarlo.
Il
Forte di Monte Altura
Monte Altura
(sullo sfondo a sinistra, sopra
Palau) visto da Capo d'Orso
Un
disastro di mare privato è
quello di Nino Lamboglia,
l'archeologo annegato in modo
assurdo. Aveva studiato il
relitto romano dell'isola di
Spargi scoperto da Gianni Roghi,
e il suo carico d'anfore. A La
Maddalena il piccolo museo che
porta il nome di Lamboglia è
chiuso da tempo. Si potrebbe
riaprirlo affidandolo a una
cooperativa come quella che
gestisce il forte di Monte
Altura.
L'isola di Spargi e il disegno di
una nave oneraria romana
Ignazio
P. stava andando a
Folegandros a trovare gli
amici. Non si vedevano da
35 anni. Noi dovevamo
scendere a Santorini, ma
era piena di turisti.
Decidemmo di proseguire
fino all'isola capolinea,
anche perché Ignazio non
aveva finito di
raccontare. |
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Nel '41
era un giovane tenente di
fanteria. Mandato a occupare
Folegandros, si teneva in
contatto con Santorini dove c'era
il comando delle Cicladi. Ignazio
e i suoi uomini si industriarono
come i soldatini di Salvatores.
Non spezzarono le reni a nessuno.
Per ingannare il tempo fecero una
strada, un asilo, forse anche dei
figli. Quando c'era da ordinare
le razioni di zucchero, farina e
altri generi, Ignazio il tenente
aggiungeva sempre uno zero alle
quantità e telegrafava al
comando. Quanto lo avessero amato
quelli di Folegandros, e lo
amassero ancora, lo capimmo dalla
piccola folla che lo aspettava
sul molo, in quell'estate del
'78.
La sua
missione andò avanti per due
anni. Venne l'estate del '43, e
il mare delle Cicladi si fece un
po' strano. L'8 settembre il
telegrafo tacque del tutto.
Ignazio continuò a chiedere
istruzioni invano, poi perse
l'aplomb. Telegrafò:
"Cornuti, rispondete!".
Due mesi di silenzio. A novembre
a Folegandros si presentò un
incrociatore tedesco. Ignazio
schierò gli uomini sul molo, per
accogliere quelli che credeva
alleati. I tedeschi li fecero
tutti prigionieri. Da Folegandros
li smistarono all'ospedale
militare di Brescia, repubblica
di Salò, da dove Ignazio fece
scappare gli altri. Lui per non
dare nell'occhio restò. Fu il
suo ultimo regalo di guerra fatto
al prossimo. Non ebbe la pensione
di guerra, non gli spettava.
Mentre noi, amici di Ignazio, a
Folegandros nell'estate del '78
abbiamo passato due settimane
gratis.
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