26 agosto 2004
Monte Altura, mare e guerra



Storie mediterranee da Palau a Folegandros

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Il più grande disastro di guerra e di mare di queste acque è quello della corazzata Roma, ammiraglia della flotta italiana, spezzata in due e affondata a tradimento dai tedeschi il 9 settembre '43 sotto il forte di Monte Altura, mentre cercava un porto sicuro, in trappola tra La Maddalena e la costa sarda come una balena arpionata. Colò a picco con tutto l'equipaggio. Erano milletrecentocinquantuno.







A proposito dell'8 settembre, rispettiamo l'impegno che abbiamo preso con la guida, e raccontiamo una minima e tutto sommato felice storia di guerra mediterranea che ci è venuta in mente sugli spalti del forte. Ce l'aveva raccontata Ignazio "il tenente", commerciante di giocattoli in vacanza, su un traghetto partito dal Pireo per le isole Cicladi. Era l'estate del '78. Anche questa storia è del settembre '43, ma lo scenario è diverso. Diverso è anche l'arcipelago. Sugli spalti del forte di Monte Altura si divaga.


Folegandros

Sul Monte Altura, fuori Palau verso Santa Teresa di Gallura, non si orientano neppure i giovani ufficiali di carriera. Il forte dei Savoia è stato rimesso in sesto da poco. Le guide si aiutano con una dispensa sulla storia del forte e dei restauri, come studenti in attesa dell'esame. In un giorno quasi di pioggia potreste trovarvi in pochi. Vi inviteranno a tornare con lo stesso biglietto, in un giorno di sole, per godervi il panorama da Capo d'Orso alle Bocche di Bonifacio.

Con le nuvole e senza gente si divaga sullo specchio di mare tra il forte e La Maddalena. Destini terreni, disastri di mare e di guerra. La vittima più illustre, Napoleone Bonaparte, fu sconfitto in queste acque da un illustre maddalenino sconosciuto dal nome buffo quanto il suo, Domenico Millelire, che nel febbraio del 1793 ebbe l'audacia di imbarcare due cannoni e un pezzo da 15 su una lancia e di aggirare La Maddalena. Approdò in un punto deserto della costa (Palau non c'era ancora), alle spalle di Napoleone, e così fu possibile bombardarlo.



Il Forte di Monte Altura







Monte Altura (sullo sfondo a sinistra, sopra Palau) visto da Capo d'Orso






Un disastro di mare privato è quello di Nino Lamboglia, l'archeologo annegato in modo assurdo. Aveva studiato il relitto romano dell'isola di Spargi scoperto da Gianni Roghi, e il suo carico d'anfore. A La Maddalena il piccolo museo che porta il nome di Lamboglia è chiuso da tempo. Si potrebbe riaprirlo affidandolo a una cooperativa come quella che gestisce il forte di Monte Altura.




L'isola di Spargi e il disegno di una nave oneraria romana







Ignazio P. stava andando a Folegandros a trovare gli amici. Non si vedevano da 35 anni. Noi dovevamo scendere a Santorini, ma era piena di turisti. Decidemmo di proseguire fino all'isola capolinea, anche perché Ignazio non aveva finito di raccontare.
 

Nel '41 era un giovane tenente di fanteria. Mandato a occupare Folegandros, si teneva in contatto con Santorini dove c'era il comando delle Cicladi. Ignazio e i suoi uomini si industriarono come i soldatini di Salvatores. Non spezzarono le reni a nessuno. Per ingannare il tempo fecero una strada, un asilo, forse anche dei figli. Quando c'era da ordinare le razioni di zucchero, farina e altri generi, Ignazio il tenente aggiungeva sempre uno zero alle quantità e telegrafava al comando. Quanto lo avessero amato quelli di Folegandros, e lo amassero ancora, lo capimmo dalla piccola folla che lo aspettava sul molo, in quell'estate del '78.

La sua missione andò avanti per due anni. Venne l'estate del '43, e il mare delle Cicladi si fece un po' strano. L'8 settembre il telegrafo tacque del tutto. Ignazio continuò a chiedere istruzioni invano, poi perse l'aplomb. Telegrafò: "Cornuti, rispondete!". Due mesi di silenzio. A novembre a Folegandros si presentò un incrociatore tedesco. Ignazio schierò gli uomini sul molo, per accogliere quelli che credeva alleati. I tedeschi li fecero tutti prigionieri. Da Folegandros li smistarono all'ospedale militare di Brescia, repubblica di Salò, da dove Ignazio fece scappare gli altri. Lui per non dare nell'occhio restò. Fu il suo ultimo regalo di guerra fatto al prossimo. Non ebbe la pensione di guerra, non gli spettava. Mentre noi, amici di Ignazio, a Folegandros nell'estate del '78 abbiamo passato due settimane gratis.





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