 I
cannoni
di Bonaparte
Febbraio 1793. Una corvetta della
flotta di Napoleone lascia l'isola di Carloforte e si
dirige verso la costa a poche miglia di distanza. Le cose
non vanno a gonfie vele per i francesi, che sperano
ancora di impadronirsi della Sardegna con poche
bordate...
Se uno d'estate ha per le mani un
buon libro e un'amaca, si cala dentro la seconda e del
primo fa un periscopio. Scruta il cielo, la terra, il
mare e perfino il fondo del mare da lì dentro. Anche se
sott'acqua ci va davvero.
Il buon libro che mi ero portato a Masua l'ha scritto
José Luis de Juan, maiorchino, e si intitola El apicultor de Bonaparte. E'
ambientato nell'isola d'Elba e si legge in apnea. Per i
curiosi ho preparato una scheda.
Così quest'anno in Sardegna, come all'Elba, tutto
parlava di Napoleone. Pure sott'acqua. E cosa poteva
essere quella sfera di ferro se non una palla di cannone
di Bonaparte, fusa dai ferri della Bastiglia espugnata?
Stava in fondo a una buca del diametro di mezzo metro, in
una caletta di Porto Corallo, vicino a Porto Flavia.
Profondità, tre metri e mezzo. Distanza da riva,
cinquanta metri circa.
Non abbiamo avuto il tempo di spararla grossa. Gli
esperti del Museo Minerario di Iglesias, dopo qualche
giorno, ci hanno spiegato che è la sfera di un frantoio
e che serviva a macinare il materiale estratto. Ci hanno
concesso di tenerla. Ora fa parte del museo di famiglia,
sezione paccottiglia marina. Ma per noi che l'abbiamo
raccattata resta una palla di cannone. Ci permettiamo di
spacciarla per ciò che non è, presentandola per ciò
che è. Diciamo agli ospiti: è un frammento di storia
d'Europa recuperato nel Mediterraneo. E quando ci
chiedono se è una palla di cannone, ci ripetiamo senza
aggiungere dettagli. Gli ospiti vanno via contenti per
aver visto e toccato la storia. Cos'è dunque il passato,
se non la rete delle organizzazioni mentali di ciò che
si è detto, letto, fatto, visto e descritto?
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Un
frammento
di storia d'Europa
recuperato nel Mediterraneo

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